STORIA DEL TATUAGGIO E SUA EVOLUZIONE DA TAHITI A NOI

Tatuaggio: storia ed evoluzione
 
Storia del Tatuaggio, è questo il tema affrontato oggi dal BaoBlog dato che BelleArtiOnline ha spesso a che fare non solo con artisti o designer, ma anche con tatuatori che si riforniscono presso l'ingrosso di materiale per artisti www.belleartionline.it per acquistare Tavoli Luminosi da Disegno o Piani Luminosi da Disegno, Matite da Disegno Derwent o Conté a Paris, Pennarelli Letraset e tanti altri prodotti utili a realizzare il progetto che trasferiranno poi sulla pelle dei loro clienti. Possiamo dunque affermare con piacere che BelleArtiOnline sia un po' anche un ingrosso di materiale per tatuatori in qualche modo, sebbene non annoveri tra i suoi prodotti i colori per tatuare (chissà magari un giorno ci saranno anche quelli), ed è per questo che ci sentiamo particolarmente vicini al mondo del tatuaggio, lo rispettiamo in quanto vera e propria arte del tatuaggio e oggi, con il BaoBlog, vogliamo accompagnarvi alla scoperta delle origini del tatuaggio e dell'evoluzione di questa pratica così diffusa e molto, molto seria. Se poi foste proprio voi dei lettori / tatuatori o conosceste qualche negozio di tatuaggi che necessita di acquistare un Piano da Disegno Luminoso o un Tavolo da Disegno Luminoso di qualità, ricordate che su www.belleartionline.it ce ne sono di vari prezzi e misure, tutti con standard molto alti e professionali! E ora via con il post di oggi sulle origini e la storia del tatuaggio!
 
 
Foto storiche presenti all'interno dell'Amsterdam Tattoo Museum
 
 
ORIGINI DELLA PAROLA "TATUAGGIO"

Le origini del termine "tatuaggio" risalgono a metà del Settecento e vengono da lontano, precisamente da Tahiti, terra esplorata per la prima volta dal capitano inglese James Cook; egli osservò e annotò tutte le usanze della popolazione locale e, tra i suoi appunti, comparve ben presto il termine "Tattow", creato a partire dal polinesiano "tau-tau", un'onomatopea che ricordava il rumore prodotto dal picchiettare del legno sull'ago utilizzato per bucare la pelle e crearvi il disegno. Tuttavia la pratica del tatuaggio è di sicuro molto più antica rispetto alla sua scoperta da parte del Capitano Cook tanto che alcuni reperti permettono di far comprendere come essa abbia, alle sue spalle, ben 5000 anni di storia.
 
 
ORIGINI E SVILUPPO DELLA PRATICA DEL TATUAGGIO
 
Le antichissime origine della pratica di incidere permanentemente il proprio corpo vengono testimoniate nel 1991 dal ritrovamento sul confine alpino italo-austriaco del corpo congelato e perfettamente conservato di un uomo vissuto circa 5300 anni fa; si tratta della Mummia del Similaun, più conosciuta con il nome di Otzi (chiamata così in onore delle alpi Otzalet appunto), la quale presenta su varie parti del suo corpo dei veri e propri tatuaggi che furono ottenuti mediante incisioni verticali della cute su cui fu in seguito sfregato del carbone polverizzato. L'analisi a raggi X ha poi rivelato che al di sotto di questi tatuaggi erano presenti delle degenerazioni ossee e ciò fa pensare che le incisioni venissero praticate a scopo terapeutico per lenire i dolori.
 
 
Schema dei tatuaggi rinvenuti sul corpo della mummia Otzi
 
 
Facendo un balzo in avanti nella storia, il tatuaggio iniziò ad assumere nuove valenze; nell'Antico Egitto, ad esempio, i corpi delle danzatrici venivano adornati di disegni come dimostrato da alcune pitture funerarie e alcune mummie risalenti al 2000 a.C.; i Celti, popolo che adorava come proprie divinità alcuni animali, erano soliti imprimere sulla propria pelle tori, cinghiali, gatti, uccelli e pesci in segno di devozione verso questi dèi.
 
Gli Antichi Romani, invece, erano fermamente convinti che il corpo fosse un tempio sacro e inviolabile nella sua purezza e per questo vietarono il tatuaggio, pratica riservata all'epoca per marchiare permanentemente criminali e condannati. Solo in seguito alle battaglie contro i Popoli Britannici, i cui combattenti portavano sul proprio corpo dei tatuaggi in quanto segni distintivi e d'onore, i soldati romani trassero ispirazione dalla loro forza e determinazione e, per imitarli, iniziarono anch'essi a tatuarsi il corpo con marchi distintivi.
 
Addirittura i Popoli Cristiani, al fine di ostentare la propria fede, utilizzavano la pratica del tatuaggio a proprio favore diffondendo l'usanza di incidere la fronte con la croce di Cristo. Tuttavia, nel 787 d.C., Papa Adriano proibì l'uso del tatuaggio che fu in seguito usato in contesti religiosi cristiani solo durante le Crociate dato che i soldati iniziarono a portare sul proprio corpo il marchio della Croce di Gerusalemme permettendo, in caso di morte sul campo di battaglia, di ricevere una degna sepoltura secondi i corretti riti cristiani essendo riconosciuti come soldati crociati.
 
 
"Pe'a", pratica di forza e coraggio delle Isole Samoa
 
 
In seguito al periodo delle Crociate, la pratica di tatuarsi il corpo sembrò sparire dell'Europa mentre continuava a crescere e sviupparsi in altri continenti. Nel 1700 i marinai europei iniziarono ad avere contatti con alcune popolazioni indigene delle Isole del Centro e Sud Pacifico, popoli che usavano il tatuaggio conferendogli un'importantissima valenza culturale e tradizionale; alle ragazze di Tahiti, ad esempio, venivano tatuate le natiche di nero nel momento in cui avveniva il passaggio all'età adulta mentre gli Hawaiani, quando soffrivano, usavano tatuarsi tre punti sulla lingua. In Borneo gli indigeni si tatuavano un occhio all'interno del palmo delle mani come simbolo di guida sprituale che li avrebbe assistiti durante il passaggio nell'aldilà mentre, nelle Isole Samoa, era diffusa l'usanza, chiamata "pe'a", di tatuarsi tutto il corpo in 5 giorni come prova di coraggio e forza interiore; alla fine dei 5 giorni, chi fosse riuscito a sopportare il dolore, sarebbe stato celebrato e onorato con una grande festa.
 
Sempre grazie al taccuino del Capitano Cook del 1769, oggi sappiamo che uno dei metodi più utilizzati dagli abitanti di Tahiti per tatuare la superficie del loro corpo prevedeva l'uso di una conchiglia affilata, attaccata ad un bastoncino, per incidere la pelle.
 
 

Strumento per tatuare rinvenuto a Tahiti
 

 
Un'altra curiosità storica riguarda la Nuova Zelanda, terra conosciuta per il popolo Maori i cui appartenenti firmavano i trattati disegnando la riproduzione dei loro "moko", i tatuaggi facciali personalizzati. Ancora oggi i "moko" vengono usati come identificazione della famiglia a cui appartiene il loro portatore o per simbolizzare le conquiste ottenute nell'arco della sua vita. Un macabro ricordo riguarda il commercio di teste di Maori tatuate che venivano barattate, durante gli anni Venti dell'Ottocento, con pistole e altre armi; i commercianti di schiavi, vista l'altissima richiesta delle teste dei guerrieri Maori, arrivarono persino a far tatuare il volto degli indigeni catturati in battaglia per poi poterli uccidere e venderne il capo ai britannici.
 
 
Il "moko", tatuaggio facciale utilizzato dal popolo Maori per identificare la famiglia di appartenenza
 
 
Tra le terre a cui si pensa parlando di tatuaggio capita sicuramente di riferirsi al Giappone, territorio in cui questa pratica risale al V secolo a.C. sia a scopo estetico sia a scopo terapeutico e magico e anche come strumento di riconoscimento con cui marchiare i criminali. Gli affascinanti tatuaggi orientali che conosciamo oggi nascono in realtà come reazione a una legge dell'Antico Giappone che vietava alle classi sociali più basse di indossare kimoni decorati; gli appartenenti a questi ranghi decisero di portare, nascosti sotto ai vestiti, enormi tatuaggi colorati che coprivano tutto il loro corpo, dal collo a gomiti e ginocchia. Il Governo giapponese dichiarò, nel 1870, dichiarò illegale tale pratica ritenendola sovversiva ma non riuscendo mai a contrastarla definitivamente. La Yakuza, ovvero la mafia giapponese, adottò l'abitudine di tatuarsi il corpo illegalmente e segretamente con disegni che simboleggiavano conflitti irrisolti o caratteristiche e qualità che gli uomini intendevano ostentare; ad esempio la carpa koi, oggi uno dei tatuaggi orientali più apprezzati anche nella nostre abitudini europee, rappresentava la forza e la perseveranza mentre il leone era portatore di coraggio e intraprendenza.
 
 
In Giappone il tatuaggio ha origini antichissi e resiste nonostante i tentativi di repressione della storia
 
 
LA PRIMA MACCHINETTA PER TATUARE E IL TATUAGGIO OGGI
 
Per i tatuatori contemporanei una delle date più importanti è sicuramente l'anno 1891; fu proprio in questo periodo che il newyorkese Samuel O'Reilly inventò e brevettò la prima macchinetta elettrica per tatuare, rendendo così obsolete e sorpassate le tecniche utilizzate fino a quel momento, molto più lente ma soprattutto dolorose rispetto a questa innovazione.
 
 
 
Il progetto della prima macchinetta elettrica per tatuare di Samuel O'Reilly
 
 
Attorno agli anni Venti del Novecento il tatuaggio diventa nei Paesi Occidentali un "fenomeno" curioso che attrae e fa discutere, tanto che i circhi americani iniziano ad assumere centinaia di persone tatuate da capo a piedi come attrazioni per il pubblico. Per oltre cinquant'anni, poi, il tatuaggio diverrà un marchio "scomodo", utilizzato per indicare minoranze etniche, marinai, veterani di guerra, malavitosi, carcerati e delinquenti; la connotazione simbolica indicava in quel periodo arretratezza e disordine mentale.
 
Negli anni Settanta e Ottanta, tuttavia, il tatuaggio viene riscoperto come ribellione contro la società conformista e "vecchia"; i movimenti punk, i gruppi di motociclisti, le sottoculture giovanili iniziano a tatuarsi come reazione ai precetti morali predicati dalla politica e dalla cultura riconosciuta dell'epoca.
 
 
Tatuaggio di un "biker"

Oggi il tatuaggio risulta essere una pratica ancor più complessa da analizzare sotto il profilo sociologico e semantico; una larga fetta della popolazione sceglie di marchiare il proprio corpo secondo una valenza puramente estetica, pur dichiarando di pensare al significato del simbolo e ritenendolo un passaggio "importante". Nella cultura occidentale contemporanea ciò che è andato perduto è sicuramente il valore rituale dell'incidere il proprio corpo, un valore spirituale che nulla ha a che vedere con la pratica dei lontani popoli oceanici o indiani, la cui società è in grado di "leggere" il tatuaggio in quanto vero e proprio linguaggio condiviso e riconoscibile; per noi, invece, vige l'obbligo di chiedere la spiegazione del disegno, il significato di una scritta, in quanto personale e non comprensibile dall'esterno. Ciò che rimane certo è che oggi il tatuaggio vive un vero e proprio "boom", una grande rinascita e una grande libertà, spogliandosi dalla coltre di pregiudizi che lo tenevano in trappola fino a qualche decennio fa.
 
TATTOO MUSEUM DI AMSTERDAM, IL CONSIGLIO DI BELLEARTIONLINE.IT
 
Le occasioni per confrontarsi sul tema e ammirare all'opera tatuatori e tatuati di certo non mancano nel nostro Paese, basti pensare alle molteplici Tattoo Convention o Expo che prendono il via ogni anno qui in Italia (Trieste, Milano, Pisa, Roma...), tuttavia qualora voleste immergervi in un vero e proprio viaggio storico alla scoperta di questa pratica rituale e della sua evoluzione, www.belleartionline.it vi consiglia di fare un viaggio in Olanda, più precisamente ad Amsterdam, e visitare l'Amsterdam Tattoo Museum; BelleArtiOnline ci è stato ed è uscito più informato e soddisfatto che mai! 
 
 
Locandina di apertura dell'Amsterdam Tattoo Museum
 
 
Lì potrete scoprire davvero tutto sull'evoluzione del tatuaggio in un percorso "geografico" partendo dalle terre più lontane, passando per l'America e approdando in Europa; reperti storici, disegni, poster, fotografie e perfino le macchinette fai da te create dai carcerati americani (utilizzando aghi e inchiostro delle penne biro) vi insegneranno tutto quello che c'è da sapere a riguardo e alla fine del viaggio magari avrete l'ispirazione necessaria ad imprimere per sempre un disegno sulla vostra pelle nello studio professionale presente al piano superiore del museo. I migliori tatuatori olandesi e mondiali si danno spesso appuntamento lì e terminata l'opera potrete gustarvi un buon caffè o mangiare qualcosa nell'Amsterdam Tattoo Museum Cafè, attorniati da quadri, fotografie e riviste...ovviamente di tatuaggi!
 
 
Tatuatore all'opera nello studio professionale dell'Amsterdam Tattoo Museum
 

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